La dipendenza è un fenomeno estremamente complesso. Essa può essere vista come una condizione “esistenziale” determinata dall’uso distorto di una sostanza, di un oggetto o di un comportamento, caratterizzata da un sentimento di incoercibilità che porta al bisogno coatto della ripetizione dell’esperienza. Ora si parla anche di dipendenze comportamentali (o new addictions), una dipendenza senza sostanza.
Il concetto di dipendenza patologica è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivata dall’interazione fra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comportano sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psicologici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione” (cit, in Pigatto, 2003).
Oggi, tuttavia, questa definizione abbraccia una visione ben più ampia includendo al suo interno anche sintomatologie provocate dalla messa in atto incontrollata di attività socialmente accettate, come l’uso di internet, il gioco d’azzardo o lo shopping, che non prevedono il consumo di sostanze.
Queste tipologie di dipendenze si differenziano dalle dipendenze da uso di sostanze principalmente per il fatto che non vi è alcuna sostanza che viene introdotta dell’organismo. In aggiunta queste pratiche sono accettate all’interno della società e questo rende labile il confine tra l’attività ricreazionale e quella che è una vera
dipendenza. Nonostante le differenze tra tossicodipendenze e nuove dipendenze (o dipendenze comportamentali), ci sono molti aspetti in comune tra le due tipologie.
Nell’ambito delle nuove dipendenze la persona manifesta un’incontrollata necessità di dover compiere una specifica attività (come ad es. scommettere o navigare in rete), per trovare immediata soddisfazione ad un bisogno. Delle volte il comportamento che viene messo in atto può essere paragonato a quello del tossicodipendente, in quanto si ha una necessità quasi fisiologica.
E’ interessante osservare come ci siano dei punti comuni a queste due tipologie di
dipendenze, come il pensiero incentrato sempre sull’assumere la sostanza o, nel caso delle dipendenze comportamentali, sull’attività da svolgere; la tolleranza che si manifesta con l’aumento della quantità di sostanza o di attività svolta, per ottenere lo stesso senso di piacevolezza dell’inizio; l’astinenza, che si manifesta nel momento in
cui il soggetto non assume più la sostanza o svolge l’attività oggetto di dipendenza; la negazione del problema stesso e il conflitto che si crea negli ambiti familiari, sociali e lavorativi della persona; la ricaduta che si può presentare durante i tentativi di interruzione della dipendenza.
Quando invece parliamo di dipendenze comportamentali non vi è alcuna introduzione di sostanza. Non si assume un composto che agisce a livello chimico con le strutture cerebrali sottocorticali, ma il centro dell’attenzione è spostato su un piano prettamente psicologico dove l’individuo mette in atto comportamenti mirati alla
soddisfazione di un bisogno che è essenzialmente di natura emotiva.
Quali sono le new addictions?
In letteratura sono state descritte diverse dipendenze comportamentali, e tra queste le più studiate sono il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da internet, la dipendenza sessuale, la dipendenza affettiva, la dipendenza da lavoro e lo shopping compulsivo. Possiamo aggiungere anche la dipendenza da smartphone che spinge tutti a rimanere sempre connessi. Tuttavia, dai manuali diagnostici non è (ancora) riconosciuta. Tutti questi comportamenti sono parte integrante della nostra vita.
Oggigiorno sarebbe quasi impensabile lavorare e vivere senza utilizzare internet,
senza comprarci dei vestiti, senza avere rapporti affettivi e sessuali. Ovviamente tutte le cose prese con moderazione sono positive, ma l’eccesso (sia da una parte che dall’altra) porta sempre ad uno squilibrio. Questo, nel caso delle normali abitudini di vita possono diventare vere e proprie dipendenze che mettono in crisi il sistema di
valori e comportamenti del soggetto stesso.
Gioco d’azzardo patologico
Il gioco d’azzardo negli ultimi anni è stato definito come una nuova piaga sociale, in quanto sviluppa una vera e propria dipendenza.
Ma cosa si intende per gioco d’azzardo? Possiamo dire che il gioco d’azzardo è il terreno in cui il giocatore sfida il caso, nella speranza di vincerlo. In questo tipo di gioco il risultato è al di fuori del controllo del giocatore, in quanto i risultati dipendono sia dalle scelte del giocatore, ma anche da quelle del caso; e il caso, come dice la parola stessa, è imprevedibile. Se dunque questo è parte del gioco, l’abilità non può influenzare l’esito della giocata.
Il gioco d’azzardo patologico ha suscitato grande interesse tra i ricercatori e gli psicologi per il tipo di dipendenza che provoca, nonché per le disastrose conseguenze socio-economiche che ha.
Il giocatore d’azzardo patologico è sempre accompagnato dalle cosiddette distorsioni cognitive, che possono essere riassunte come un errato modo di analizzare la situazione basato su una credenza fallace. Per citarne alcuni, il soggetto in questione è convinto che determinati accadimenti nella sua vita, riti propiziatori o altri tipi di
manipolazioni della realtà lo conducano alla vittoria o alla sconfitta.
Questa è l’illusione di poter controllare il caso, così come è fallace (nel giocatore di slot machine) l’idea che prima o poi ci si rifaccia delle perdite perché la macchina “deve pagare”.
Dipendenza da internet
La dipendenza da Internet, a differenza di quella da gioco d’azzardo, non è stata introdotta all’interno dei manuali diagnostici in quanto sono necessari altri studi per poter definire in maniera “univoca” cosa si intende per dipendenza da internet.
Molti dipendenti da internet possono godere degli aspetti di internet che consentono loro di socializzare, incontrarsi, di poter comunicare utilizzando chat rooms o comunità virtuali. Altri invece possono semplicemente navigare per siti di interesse e per ore, perdendo la cognizione del tempo. Nel dipendente da internet la vita virtuale tende a sostituire completamente quella reale.
Così come nel giocatore d’azzardo patologico, anche qui vi è una serie di elementi che vengono utilizzati per poter discriminare tra dipendente da internet e non, quali: scompensi umorali, fallimenti nella riduzione dell’uso di Internet, tempo on-line maggiore di quello preventivato, mentire agli altri ed utilizzarlo come “ansiolitico“.
Così come con le altre dipendenze, quella da internet crea problemi personali, familiari e finanziari. I dipendenti da internet tendono ad escludersi socialmente, spendendo meno tempo con persone reali. Possono nascondere agli altri il tempo dedicato all’uso di internet, mettendo a repentaglio relazioni stabili. Alcuni creano degli avatar sul web e cercano di essere qualcun altro e questo spinge a un sentimento di inadeguatezza nella vita di tutti i giorni e di vergogna. Se cercano di smettere con l’uso di Internet, l’esperienza che provano è quella di una crisi d’astinenza comune alle tossicodipendenze.
Dipendenza sessuale
La dipendenza sessuale è definita come una relazione patologica con il sesso, attraverso cui la persona si rifugia nella ricerca di un piacere che possa alleviare lo stress, permettere di fuggire da sentimenti negativi e dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire. Tale relazione dà l’illusione di controllare tutte queste
difficoltà e quindi la vita stessa (Lambiase, 2001).
Essa è caratterizzata dalla ricerca e dall’utilizzo del sesso al fine di ottenere cambiamenti nello stato dell’umore, soddisfazione di bisogni non sessuali (sicurezza, intimità, libertà), dall’incapacità di gestire e regolare le fantasie, i desideri ed il comportamento sessuali nonostante le conseguenze negative. I dipendenti sessuali si distaccano dalla realtà che ormai non soddisfa più i loro bisogni, per chiudersi in una realtà dominata dal sesso che dà sollievo.
Anche nella dipendenza sessuale si hanno le caratteristiche negative che troviamo nelle altre dipendenze come il pensiero ossessivo, il craving, fallimento nel controllare i comportamenti sessuali, la segretezza, la dipendenza fisica, la centralità e la pervasività.
Come nelle altre dipendenze le conseguenze di un comportamento dipendente sono negative sia per quanto riguarda l’aspetto lavorativo, che familiare ed economico.
Dopo aver sperimentato l’atto che crea dipendenza, cessa la sensazione di benessere che si era andata a cercare e si provano sentimenti negativi come rabbia e disprezzo nei propri confronti. Il vuoto, la vergogna e la tristezza sono comuni ai dipendenti e il soggetto cerca di mettere fine a queste sensazioni tramite il comportamento sessuale stesso.
Dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva è una dipendenza sottovalutata ma di grandissimo interesse. Come per le altre addictions porta a una perdita del controllo, al craving che
spinge la messa in atto della dipendenza, a una vera e propria crisi d’astinenza nel caso di mancato atto, confusione e smarrimento di identità, distorsioni nella distanza interpersonale e tendenza ad altre forme di addictions e di comportamenti impulsivi o compulsivi. E’ interessante osservare l’agire di questa dipendenza perché quando il partner è lontano (fisicamente o emotivamente) si verifica una vera e propria crisi di astinenza con problemi di insonnia, tachicardia e periodi alterni di letargia e di attività intensa. Al contrario, quando il partner è presente c’è una cura dello stesso in misura maggiore di quanto l’individuo apprezzerebbe, tanto che l’individuo tende a lamentarsi di quel comportamento. Le persone dipendenti per farsi ben volere sono disposte a fare cose spiacevoli e degradanti e possono accettare situazioni per chiunque insostenibili (Lingiardi V., 2005). Vi sono diversi tipi di dipendenti affettivi, così come vi sono diversi tipi di giocatori, dipendenti sessuali, da internet a seconda del tipo di oggetto del desiderio, del modo in cui si attua il comportamento.
Come tutte le dipendenze, presenta precisi sintomi psichici e comportamentali quali: la necessità di ripetere in maniera compulsiva un comportamento di affezione e conseguentemente la perdita della propria capacità di controllo; la resistenza del
comportamento nonostante i suoi effetti disfunzionali; un’intensa sensazione di impotenza di fronte allo stesso; ossessione del comportamento attorno al quale ruotano i pensieri e l’intera esistenza della persona.
Conclusioni
Da un punto di vista neuronale, ogni volta che apprendiamo un comportamento, si formano nuove sinapsi e di conseguenza nuovi collegamenti neuronali. Quando alcuni circuiti nel nostro cervello si rafforzano attraverso la ripetizione di un’attività fisica o mentale, cominciamo a trasformare quell’attività in un’abitudine. Il paradosso
della neuroplasticità è che, per quanto flessibilità mentale ci garantisca, può finire per chiuderci in comportamenti rigidi. Proprio come il cervello può costruire circuiti nuovi o rafforzarne di esistenti attraverso l’esercizio fisico o mentale, tali circuiti possono indebolirsi o scomparire se trascurati. Entrambe le dipendenze funzionano
esattamente in questo modo; ovviamente, riuscire a formare nuovi circuiti non patologici potrebbe essere il primo passo verso una guarigione. Sono comunque necessari studi futuri perché la letteratura neuroscientifica nelle nuove dipendenze è limitata solamente al gioco d’azzardo. Sarebbe interessante osservare il funzionamento cerebrale nelle varie addictions così da poter fare maggiori inferenze.
Bibliografia
Lambiase, E. (2001). La dipendenza sessuale. Modelli clinici e proposte di
intervento terapeutico. Roma: LAS (il primo libro pubblicato in italia sulla
dipendenza sessuale).
Lingiardi, V. (2005), “Personalità dipendente e dipendenza relazionale: aspetti diagnostici, descrittivi e dinamici”, in Caretti V., La Barbera D., Le dipendenze. Milano, Cortina
Pigatto A. (2003), La condizione di dipendenza patologica, in U. Zizzoli, M.